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Centro di carità San Camillo in Djougou – Benin

Il 14 luglio 2012 è stato presentato, con cerimonia ufficiale, alle autorità del Benin il nuovo ospedale della cooperazione italiana. Erano presenti alla cerimonia, dopo la celebrazione officiata dal rappresentante del Vescovo, l’Iman, il rappresentante del Ministero della sanità, il Prefetto, il medico distrettuale, il Sindaco, il re di Djougou, il re di Bouloum e una grande partecipazione della popolazione. Il 31 luglio è terminato ufficialmente il progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano e la Delegazione camilliana ha la responsabilità completa del funzionamento dell’ospedale. Dopo tre anni di lavoro dove c’era un prato oggi c’è la realtà dell’ospedale operante con i servizi essenziali: sale visite, camere per i ricoveri di giorno, camere di ospedalizzazione, laboratorio analisi, farmacia, radiologia, ecografia e amministrazione. Certamente si potranno fare altre cose, completare servizi e aumentare la potenzialità, ma tutti i visitatori hanno trovato la struttura un gioiello di edilizia sanitaria: moderna, lineare e funzionale. I camilliani potranno esercitare il loro ministero, i malati potranno trovare cura e sollievo alle loro malattie. La Cooperazione Italiana può essere orgogliosa di aver cofinanziato una struttura di tutto rispetto e di grande utilità per il popolo del Benin in Djuogou.

ospedale benin

Sviluppo ortofrutticolo per le donne di Karungu, Kenya

Il progetto “Sviluppo ortofrutticolo per le donne di Karungu, Kenya”, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana, si è concluso il 31 luglio 2012. E’ stato realizzato nel territorio di Karungu, un piccolo villaggio nel Distretto di Nyatike (Provincia di Nyanza) in Kenya, ed ha consentito il raggiungimento di obiettivi e risultati importanti. L’iniziativa è nata per rispondere alle precarie condizioni di vita socio-economiche della popolazione di Karungu, specie della componente femminile, attraverso la creazione e avvio di un sistema agricolo e zootecnico per la produzione e commercializzazione di prodotti alimentari. Il progetto ha visto il sostegno a gruppi di donne, riunitesi in cooperativa, la loro formazione per la gestione dell’unità economica implementata ed una formazione specifica sulle tecniche di coltivazione e di allevamento.  L’unità è stata realizzata in un terreno di circa 10 acri vicino  all’ospedale San Camillo sulle sponde del Lago Vittoria. L’intervento si è distinto in tre fasi:

–  implementazione delle attività necessarie alla costruzione dell’unità agricola e inizio dei corsi di formazione;

–  la coltivazione del terreno e il proseguimento dei corsi di formazione;

–  a commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli e zootecnici.

Tra le attività previste dal progetto vi eorto cra la realizzazione di un sistema di irrigazione. La sua implementazione ha sfruttato l’adiacenza del terreno alle sponde del Lago Vittoria, dal quale l’acqua è stata pompata per garantire la presenza di acqua nei campi coltivati durante tutto il ciclo produttivo. Nella seconda annualità si è resa necessaria la realizzazione di un’altra base per la cisterna d’acqua, in modo da garantire un maggiore raccolta e distribuzione di acqua nel terreno. Inoltre, a seguito dell’acquisto del trattore si è ritenuto utile costruire una tettoia in modo da poterlo proteggere dagli agenti atmosferici. Al fine di trasferire competenze per la gestione dell’unità implementata è stato realizzato un corso di formazione con incontri ciclici a cadenza bimestrale.

Oltre al corso previsto per la gestione manageriale dell’attività di sviluppo implementata, è stato realizzato anche un corso di formazione tecnica specifico per l’acquisizione di competenze nel campo dell’agricoltura. Sono stati presi accordi con il personale tecnico del Ministero dell’agricoltura per la formazione professionale al personale di progetto. Il CEFA oltre a fornire ai partner locali la propria consulenza tecnica nel settore agricolo,  ha provveduto ad aggiornare il personale locale coinvolto nel progetto con le nuove metodologie di coltivazione.

I pomodori coltivati nella serra producono ogni settimana una quantità corrispondente a due orto dceste.  I principali acquirenti dei pomodori e degli altri prodotti ortofrutticoli – cipolle, angurie, cavoli, fagiolini – sono l’ospedale St Camillus, l’orfanotrofio Dala Kiye ed il mercato locale di Sori. Per quanto riguarda il mais, è stato raccolto e venduto nei mercati locali. La coltivazione delle banane avrà i primi frutti nel corso dell’anno.

La vendita dei prodotti ortofrutticoli ha raggiunto i mercati di Migori e di Kisii, nonchè le scuole della zona e le comunità religiose di Karungu. Il progetto aveva lo scopo di stimolo per una popolazione povera e con metodologie primitive nella coltivazione. Aiutarle a migliorare le loro condizioni di vita e suporto aerare la loro attavica povertà. L’iniziativa  ha riscosso grande interesse all’interno della comunità in cui è stato realizzato. La partecipazione alle attività implementate ha riguardato le fasce più deboli della popolazione. Donne e rispettive famiglie hanno aderito con entusiasmo alle attività previste dal progetto cogliendo le opportunità loro offerte. Vogliamo ricordare un piccolo segno di evoluzione e progresso della cooperativa delle donne. Il lavoro della cooperativa ha posto alle mamme il problema della custodia e della formazione dei loro bambini. Il soldi incassati dalla partecipazione alla cooperativa ha permesso alle donne  di creare un fondo comune, pagare una maestra, e farla venire nella cooperativa per accudire i bambini e  fare l’insegnamento scolastico ai piccoli. Col doppio vantaggio: che le mamme sono rimaste vicino ai figli e questi hanno potuto frequentare la scuola.

LA NOSTRA ESPERIENZA STRAORDINARIA IN KENYA

iamo tornati ormai da un mese dalla nostra prima avventura in Africa ed ancora non siamo in grado di esprimere a parole quello che ha significato per noi questa esperienza. Abbiamo lavorato per 4 settimane presso il Consolata Hospital di Nkubu, Kenya , partecipando al progetto cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri “Lotta all’HIV/AIDS e alle malattie della povertà nel distretto di Sudimenti, Kenya“. Siamo 3 ragazzi, due ginecologhe ed un fisioterapista, partiti alla volta del Kenya pieni di entusiasmo e di voglia di dare, sicuramente impreparati; essendo la nostra prima esperienza, non sapevamo proprio cosa aspettarci! Una volta arrivati in ospedale ci siamo trovati di fronte una realtà molto diversa da quella immaginata. Il Consolata Hospital di Nkubu è un ospedale che raccoglie un ampio bacino d’utenza, più organizzato di quanto pensassimo, con molto personale sanitario, con ruoli e mansioni ben strutturate. Inutile nascondere che il nostro inserimento in un contesto del genere non è stato privo di difficoltà. Cosa sono venuti a fare questi 3 “wazungo” (bianchi) con tutto questo entusiasmo e questa voglia di lavorare quando noi abbiamo già tutteesperienza queste cose da fare?” Questa era la domanda che per diversi giorni abbiamo visto scritta sui loro volti, anche se da subito siamo stati coinvolti nelle attività cliniche nei diversi reparti e nella formazione.

La nostra attività è stata suddivisa in una parte clinica e una parte didattico-teorica. La parte clinica si è sviluppata in attività quotidiane svolte presso il reparto di maternità e fisioterapia, la sala parto e la sala operatoria con la gestione dei casi clinici e delle urgenze. In tale contesto ci siamo confrontati con il personale locale riguardo il management più opportuno da tenere nei diversi casi clinici. Inoltre abbiamo effettuato lezioni teorico-pratiche riguardanti numerosi argomenti: in parte concordati con il personale medico, in parte da noi selezionati per affrontare tematiche risultate carenti nella pratica clinica. La formazione ha coinvolto il personale medico, i clinical officer ed il personale infermieristico, oltre agli studenti della scuola di infermieri presente all’interno del Consolata Hospital di Nkubu, per un totale di circa 60 persone! Con il passare del tempo abbiamo notato che quella domanda perennemente scritta sui loro volti ha fatto posto ad un crescente interesse associato ad una voglia di confronto sempre maggiore. Il cambiamento può essere derivato dal fatto che, con il passare del tempo, i nostri suggerimenti sono risultati utili nella risoluzione di diversi casi, oppure perché il nostro entusiasmo non si è mai ridotto, anzi, a prescindere dagli orari lavorativi, continuavamo a sgattaiolare in sala parto e in quel nido pieno di “cioccolatini” da spupazzare, in assoluto il nostro rifugio preferito! Inoltre ricorderemo sempre con affetto il cesareo di mezzanotte del 15 agosto (altro che fuochi d’artificio e bagno al mare)! Solitamente, quando si torna da un viaggio, si ricordano i luoghi visitati, le persone incontrate e gli aneddoti divertenti ed i bei ricordi. Quello che invece continuiamo a ricordare è la fatica che abbiamo fatto nel fare incontrare due culture molto diverse tra loro e l’impegno profuso per instaurare dei rapporti basati sulla fiducia reciproca, ma tutto questo è superato dal vivido ricordo della gioia provata quando finalmente questa fiducia è stata conquistata!esper strao

Ebbene si….la terra rossa africana è entrata nel nostro cuore…. è stato un lavoro lento e costante dall’interno che “pole pole” (piano piano) si è fatto strada e ha cambiato il nostro modo di percepire il mondo. Ti spinge a rimettere in gioco le tue sicurezze e le priorità. Ti spinge a chiederti quale sia il tuo posto nel mondo, quindi: ”ASSANTE” (grazie) a tutti i bambini nei sacchi, alle midwife che incitavano “ sukuma” (spingi), ad Umberto che ci ha tenuto per mano nei nostri primi passi sulla terra rossa, a Tata che ci ha preparato tutte le radici dell’Africa, al “I’m so excited” della nostra amica Kathleen, ai nostri compagni del Lancey, a Father Silas, ai bambini della scuola di Father B (“moskito moskito”), al “kata-kata” di Nicoleta, ai gesti di riconoscenza inaspettati di un Driver scorbutico, alle gemelle polpettine, a tutti i pazienti del surgical word che hanno trovato un po’ di sollievo dal loro “uchungo” (dolore) ed a tutte le persone che abbiamo incontrato, anche se per un attimo, lungo il nostro cammino, avendo ognuno di loro contribuito a rendere la nostra esperienza quella che è stata!!

Ilenia, Federica e Tiziano

Invitation

invito ridotto

Un progetto nel nord-est del Brasile

In questi anni Salute e Sviluppo ha elaborato dei progetti di recupero e reinserimento sociale delle ragazze di Fortaleza, di Quixadà e di Juazeiro, grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana. Siamo partiti diversi anni fa con progetti semplici e progressivamente abbiamo impostato progetti complessi e pluriennali, affiancando le attività e il lavoro di p. Adolfo e del suo gruppo Maria Mae da Vida. Credo possa essere interessante presentare un progetto biennale appena terminato, per far comprendere ai nostri finanziatori e ai nostri amici un altro tipo di attività che facciamo. Naturalmente visto il tipo di attività e di persone coinvolte, non possiamo che essere molto generici e riservati con i dati sensibili.

Descrizione generale dello svolgimento del progetto

Il progetto è nato dall’esigenza di migliorare le condizioni di vita della popolazione femminile particolarmente povera e disagiata, attraverso un approccio integrato di servizi sanitari e di inserimento professionale per ragazze esposte al rischio di vulnerabilità sociale ed economica. L’intervento si è concretizzato in azioni di accoglienza, assistenza e formazione professionale rivolte alle ragazze beneficiarie, in una strategia di lotta alla povertà e all’esclusione sociale. In considerazione del particolare gruppo target (giovani adolescenti, abusate, vittime di violenza, incinte) il progetto ha previsto azioni tese ad un recupero psicologico e fisico delle giovani beneficiarie a cui successivamente sono stati offerti percorsi professionalizzanti per l’inserimento nel mondo del lavoro. Nella maggior parte dei casi la partecipazione ai corsi professionali ha rappresentato un modo per allontanare le ragazze dal mondo della prostituzione, settore in cui le ragazze si rifugiano in cerca di reddito.

Le attività prevista dal progetto sono:

A1: accoglienza e assistenza delle ragazze madri e delle giovani donne in situazione di grave disagio sociale o vittime di abusi.

Operatori locali esperti hanno lavorato direttamente in strada e a livello domiciliare per individuare le donne con gravi situazioni familiari, abbandonate ed emarginate, vittime di sfruttamento sessuale o della droga

A2. Attivazione di corsi tecnico-sanitari per i formatori.

Sono stati attivati corsi di formazione in ambito sanitario per il personale delle organizzazioni locali partner di progetto: ciò ha permesso di potenziare e migliorare i servizi erogati.

A3. Attivazione di corsi professionali per le ragazze beneficiarie.

Le beneficiarie di progetto hanno invece seguito percorsi professionalizzanti in alcuni settori strategici per l’inserimento nel mondo del lavoro: Nel dettaglio sono stati realizzati laboratori di cucito, artigianato, informatica danza e musica.

Il laboratorio di cucito, è stato condotto da una sarta professionale e articolato in tre moduli: taglio, cucito e riparazioni sartoriali. Per le attività del corso sono stati utilizzati indumenti riciclati al fine di garantire la sostenibilità delle attività secondo una logica di non spreco.

Corso di informatica: Il percorso di formazione in informatica ha permesso di trasferire alle beneficiarie competenze e abilità nell’uso del computer. Il corso si è articolato in moduli e ha seguito un andamento di difficoltà crescente. Le prime lezioni sono state centrate sui rudimenti dell’utilizzo del computer, l’uso del mouse e della tastiera, l’organizzazione dei documenti, fino ad arrivare a un primo approccio alla navigazione in Rete. Successivamente sono state trasferite nozioni più complesse relativa a Word; Excel; Access; Power Point e Outlook.

Corso di arte (danza e musica):Sono stati avviati corsi di danza e chitarra che hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione di nuovi equilibri fisici e mentali delle ragazze coinvolte. Il suddetto corso, sebbene esulasse dai percorsi canonici di inserimento professionale e acquisizione di competenze professionali, ha avuto un forte significato e notevole impatto sulle strategia di azione proposta. La sperimentazione di danza e musica ha rafforzato l’autostima delle beneficiarie, ha consolidato i legami tra queste e gli operatori del centro, ha solidificato valori di amicizia e lealtà e favorito la condivisione delle vite tra le ragazze coinvolte.

A4. Avvio di tirocini formativi per le beneficiarie del progetto

Le beneficiarie del progetto, una volta recuperato un buono stato psico-fisico e aver ricevuto una formazione professionale in ambito tecnico, sono state inserite in contesti lavorativi attraverso l’attivazione di tirocini formativi e l’erogazione di borse di studio. Tutti i corsi di formazione hanno previsto infatti l’attivazione, al loro termine, di tirocini in aziende private. Al termine della formazione in aula le beneficiarie hanno avuto la possibilità di mettere in pratica le nozioni acquisite in aziende partner del progetto che hanno garantito l’apprendistato alle ragazze dopo la frequenza dei corsi teorici. nord est brasile

Risultati ottenuti

Il progetto ha consentito il raggiungimento di importanti risultati. L’azione proposta era volta a favorire il miglioramento delle condizioni sociali ed economiche delle donne povere e disagiate. Il progetto ha contribuito al raggiungimento del suddetto obiettivo. Nel corso della seconda annualità 1025 donne sono state accolte e assistite da un punto di vista sanitario nel centro. Sono state condotte 350 visite a livello domiciliare. Le beneficiarie di progetto, individuate dagli operatori della controparte direttamente in strada, sono state assistite anche a livello alimentare, fisico e psicologico. Le donne beneficiarie sono state avviate a percorsi di formazione al fine di facilitare il loro inserimento lavorativo e sociale. Nel dettaglio 370 beneficiarie hanno seguito corsi professionalizzanti in artigianato, informatica, cucito, pittura, musica e arte organizzati in maniera tale da fornire competenze e abilità manuali da rispendere nel mondo del lavoro. La formazione erogata ha consentito infatti la qualificazione professionale delle ragazze e l’avvio in percorsi di tirocini aziendali per l’inserimento professionale effettivo. Per poter favorire un reale inserimento lavorativo delle beneficiarie è stato infatti previsto il coinvolgimento di aziende private affinché le donne formate potessero avere accesso a tirocini in cui mettere in pratica le competenze acquisite. Le beneficiarie di progetto hanno avuto la possibilità di svolgere un periodo di tirocinio all’interno di alcune aziende locali. Questi progetti permettono l’inserimento nel mondo del lavoro e il recupero di ragazze socialmente emarginate in percentuali tra il 65 – 70% per quelle che hanno avuto la costanza di portare a termine i corsi teorici e l’avviamento professionale.

Progetto sostegno alimentare nelle scuole primarie della provincia di nyanza (Kenya)

School feeding

 

Il progetto si propone di assistere 625 bambini da un punto di vista alimentare delle scuole primarie di Rabuor e Kaduro. Inoltre si pensava di dare una particolare cura e sostegno ai 200 bambini particolarmente bisognosi da un punto di vista educativo e  sanitario.

 

Obiettivo generale: Migliorare le condizioni di vita dei bambini in età scolare.

Obiettivo specifico: Migliorare le condizioni nutrizionali e sanitarie di 625 bambini del distretto di Migori.nuova kenia 1

Dopo 6 mesi di progetto sono stati già raggiunti risultati importanti che fanno ben sperare nel proseguo delle attività in maniera efficace e puntuale. La distribuzione giornaliera dei pasti nelle 2 scuole target è cresciuta dalle 625 iniziali a 796 bambini. A causa del programma di alimentazione scolastica, entrambe le scuole hanno raggiunto un alto livello di iscrizioni e minimizzato il tasso di assenteismo. Le iscrizioni alla scuola di Rabuor sono passate dai preventivati 375 agli attuali 451 alunni, nella scuola di Kaduro dai preventivati 250 agli attuali 345.

Un totale di 796 bambini hanno avuto il pranzo tutti i giorni; 496 hanno beneficiato di sessioni educative; 20 bambini sono stati assistiti per l’aspetto sanitario; a 200 bambini sono state pagate le tasse per la frequenza scolastica, a 97 famiglie di bambini sono state fornite sementi e attrezzature per la creazione di orti familiari e hanno ricevuto una formazione agricola per il corretto uso delle sementi, sono state distribuite 200 paia di scarpe ai bambini più bisognosi che erano costretti a camminare scalzi da casa a scuola.

Un nutrizionista ha preparato il menu e assistenti sociali hanno monitorato la preparazione e la somministrazione dei cibi per assicurare che il programma di alimentazione scolastica, per entrambe le scuole, si svolgesse con regolarità ed efficacia. Il risultato è che il raggiungimento di   un alto livello di iscrizioni e la riduzione al minimo del tasso di assenteismo. L’iscrizione alle scuole ammonta a 451 alunni invece dei 375 previsti a Rabuor,  mentre a Kaduro sono 345 invece dei 250 alunni previsti.nuova kenia 2