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News

Nuovo laboratorio diagnostico in Costa d’Avorio

Grazie all’ONG Salute e Sviluppo, oggi il centro di salute “Beato Luigi Tezza” a Kakumbo (Costa d’Avorio) offre alla popolazione una diagnosi completa, adeguata e accurata tramite risultati attendibili e di qualità. Adesso, tanti pazienti possono usufruire di esami biochimici qui, senza dover percorrere svariati chilometri per trovare un laboratorio attrezzato che gli accoglie.

Il progetto, realizzato da marzo a ottobre 2023, ha visto l’acquisto dei seguenti apparecchi di laboratorio:
• Un distillatore di acqua
• Un’autoclave (per la sterilizzazione degli strumenti di lavoro)
• Un bagno maria
• Un termostato (per l’incubazione di tanti reazioni in laboratorio)
• Un lettore di immunologia I CHROMA II

Il Centro di Salute “Beato Luigi Tezza” a Kakumbo è gestito dall’Istituto delle figlie di San Camillo, una Congregazione religiosa cattolica che ha per missione l’assistenza di qualità dei malati, soprattutto i più poveri e abbandonati, seguendo l’esempio di San Camillo De Lellis. Questo “centro”, aperto nel 2009 dalle suore missionarie, risponde a un bisogno pressante di salute della popolazione dei villaggi di Kokumbo, Niamkey Konankro e altri villaggi circostanti. In questo centro, si effettuano consultazioni pediatriche, consultazioni per persone adulte, per anziani, e si curano pazienti con l’Ulcera di Buruli. È presente anche una piccola maternità, un deposito farmaceutico e un laboratorio di analisi.

COLTIVARE VALORE: I PRIMI TRAGUARDI

È passato un anno da quando abbiamo inaugurato il progetto “Coltivare Valore: buone pratiche e metodi innovativi per una produzione agro-zootecnica inclusiva e sostenibile” con il finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo (AICS) e la partecipazione di vari partners. Durante questi mesi abbiamo perseguito i risultati che ci siamo prefissati cercando di migliorare le capacità gestionali e tecniche, di produzione, lavorazione e trasformazione dei prodotti dell’azienda agricola e zootecnica di Bagré gestita dalla ONG burkinabé SAPHE.

Siamo in Burkina Faso, un paese in cui la maggior parte della popolazione vive in uno stato di profonda povertà e che risente di una forte instabilità dovuta ai tanti cambi di governo e al terrorismo sempre più dilagante. Proprio per questo è fondamentale intervenire per lo sviluppo consapevole di tutte le attività produttive che possono portare ad un beneficio reale della popolazione, sostenendola nella lotta alla malnutrizione e all’indigenza.

In questo primo anno di progetto abbiamo dovuto far fronte allo stato di insicurezza del paese che ha reso difficile l’implementazione di alcune attività: i gruppi terroristici presenti nel paese si sono insediati nelle zone limitrofe a Bagré, impedendo per i primi sei mesi un intervento diretto e un monitoraggio delle attività da parte del personale esperto espatriato. A fronte di questo, abbiamo dovuto operare in modalità remota per raggiungere i primi traguardi prefissati: è stata redatta una contabilità informatizzata per consentire a tutti gli attori del progetto di avere contezza delle spese e dei ricavi dell’azienda; è stata avviata la formazione di quattro figure professionali ritenute fondamentali per migliorare la gestione dell’azienda agro-zootecnica ed è stata promossa la comunicazione dell’iniziativa agli enti di settore e alle istituzioni per inserire l’azienda in un network comunitario. Questo impegno ha spinto il Ministro dell’Agricoltura Burkinabé a voler conoscere la realtà produttiva facendo visita personalmente ai campi agricoli.

È stato effettuato l’allaccio agli impianti fotovoltaici per alimentare i macchinari della stalla e del caseificio con energia green gratuita, mentre sono state ultimate le pratiche per avviare la costruzione di un fienile, di un deposito mangimi, di pozzi, alloggi e sili orizzontali.

Inoltre, sono stati suddivisi i campi destinati a colture specifiche, tutti delimitati da siepi di erbe spontanee autoctone africane, che avranno il fondamentale scopo di preservare la biodiversità, obiettivo che risulta fondamentale anche per il governo burkinabé che nell’ultimo periodo ha deciso di attuare politiche ferree in campo agricolo. Durante quest’ultimo anno è stato coltivato ciò che era stato previsto nelle primissime fasi del progetto: riso, mais bianco, mais giallo, sesamo e banane, ma il raccolto è stato ridotto a causa del difficile reperimento di fertilizzanti.

 

Purtroppo, nell’ultimo anno, a causa della situazione geo politica mondiale, la produzione e il commercio di fertilizzanti si sono drasticamente ridotti. Ciò comporta – per tutti quei paesi che risentono di un suolo povero di minerali – la sempre maggiore difficoltà a far fruttare adeguatamente i terreni. Per far fronte a questa situazione, all’interno dell’azienda si è iniziata la produzione di concimi biologici come il Bokeshi e il Biochor utilizzando gli scarti agricoli o animali.

Oltre ai terreni agricoli, nell’azienda di Bagré sono infatti presenti anche 70 mucche che, rispetto alla propria razza e alla propria peculiarità, riescono ad offrire una produzione sufficiente di latte per procedere al confezionamento di derivati come yogurt e formaggi, anch’essi fondamentali per fornire alla popolazione locale una scelta variegata di alimenti.

 

Di tutta la produzione (agricola e casearia) di quest’ultimo anno l’80% è stato venduto, mentre il restante 20% è stato distribuito gratuitamente ai centri socio – sanitari della delegazione Camilliana Burkinabé e presso le scuole di Bagré e Tenkodogo.

Per rendere il progetto duraturo e radicato al territorio, alle attività sui campi è stata affiancata anche la formazione del personale operante nell’azienda: in particolar modo sono stati avviati corsi per 25 giovani coltivatori locali, 10 permanenti nell’azienda e 15 stagionali, focalizzati su insegnamenti teorici e pratici sulle tecniche di coltivazione, ciclo delle piante, biodiversità e tanti altri temi relativi alla propria occupazione. Anche le due donne che si occupano dei prodotti caseari e i tre allevatori che supervisionano la stalla hanno potuto frequentare giornate di formazione.

Uno dei risultati progettuali è rappresentato dall’aumento dell’empowerment femminile nella Comunità di Bagré. A tale fine, l’OSC partner AES-CCC ha avviato una serie di azioni che hanno visto le donne della comunità di Bagré al centro di diverse iniziative: è stato creato un data-base di tutte le cooperative femminili operanti sul territorio, e tra queste sono state scelte le donne che hanno potuto partecipare a giornate di formazione per rafforzare le proprie competenze, mentre altre sono state individuate per elaborare il piano di sicurezza nutrizione per il comune di Bagré, che è stato già redatto e approvato. 18 consiglieri comunali e 15 associazioni femminili (circa 450 donne) sono state coinvolte sulle politiche di sicurezza nutrizionale e ruolo della donna nel settore, di cui 30 donne sono state formate sulla legge OHADA, vita associativa e gestione delle OP e sul piano nutrizionale nazionale. Altri 3 gruppi di donne sono stati selezionati e costituiti in cooperative per la trasformazione del riso e 27 donne hanno ricevuto formazione sul miglioramento delle tecniche di cottura a vapore e sull’uso delle attrezzature, con il coinvolgimento di un consulente specializzato dell’Unione Nazionale delle Società Cooperative dell’etuvage del riso del Burkina Faso (UNERIZ).

 

In questo primo anno, nonostante le tante difficoltà, abbiamo raggiunto buona parte dei traguardi che ci eravamo prefissati. Il nostro intento nei prossimi mesi è quello di continuare a lavorare per rendere l’azienda agricola di Bagré pienamente produttiva, dando la possibilità alla popolazione locale di accedere ad una selezione variegata di alimenti, necessari per il benessere e la salute di ogni individuo.

Continueremo a tenervi aggiornati su tutti i passi in avanti che faremo!

 

Questo articolo è stato realizzato nell’ambito del progetto Coltivare Valore: buone pratiche e metodi innovativi per una produzione agro-zootecnica inclusiva e sostenibile AID 012590/08/4 finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. I contenuti di questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità dell’autore e non rappresentano necessariamente il punto di vista dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo non è responsabile per le informazioni considerate errate, incomplete, inadeguate, diffamatorie o in qualche modo reprensibili.

TERMINATA LA RISTRUTTURAZIONE DEL CENTRO SANITARIO GBODJE

Negli ultimi 6 mesi vi abbiamo tenuti costantemente aggiornati sugli sviluppi del progetto “Ristrutturazione interna ed esterna del centro sanitario Gbodjè”, che ora è arrivato al termine.

Siamo nella capitale economica del Benin, Cotonou, una città che – nonostante rappresenti il cuore degli affari del paese – continua tristemente ad essere caratterizzata da una forte povertà, come del resto l’intera nazione. Appare quindi fondamentale sostenere tutte quelle attività che hanno come obiettivo il miglioramento dei servizi per il benessere dei cittadini, soprattutto di quelli che versano in condizioni socio – economiche più fragili.

La Provincia Camilliana del Benin Togo, sin dalla sua fondazione, ne fa una mission, intervenendo in maniera concreta per restare al fianco di coloro che ne hanno maggiormente bisogno. Proprio da parte loro ci è pervenuta questa richiesta di finanziamento per la ristrutturazione del Centro Sanitario Gbodjè: un polo sanitario – fondato dai camilliani stessi – che si occupa di curare e sostenere proprio i più indigenti.

Noi di Salute e Sviluppo abbiamo accolto positivamente e con entusiasmo il progetto e siamo molto contenti di poterne annunciare i numerosi traguardi: sono state costruite ben due sale di osservazione, una sala di campionamento, un nuovo bagno con doccia e un piccolo pronto soccorso. Sono state – inoltre – ristrutturate la sala di distribuzione dei farmaci, il laboratorio ed uno spazio da adibire all’attesa dei pazienti.

In solo pochi mesi abbiamo avuto la possibilità di contribuire ad un rinnovamento sostanziale della struttura, che adesso è pronta ad accogliere tutti coloro che ne avranno la necessità, procedendo ad esami medici e cure adeguate.

HUANCAVELICA: MEDICINALI E BENI DI PRIMA NECESSITA’ PER I PIU’ BISOGNOSI DELLA TERZA ETA’

È da poco terminato il progetto che ci ha visto in prima linea nel sostegno degli anziani della comunità di Acomba nella regione di Huancavelica in Perù. In sinergia con l’Asociación Corazones & Manos Solidarias San Francisco abbiamo deciso di inaugurare lo scorso anno “Poliambulatorio equipaggiato per Huancavelica – a favore dei meno abbienti della terza età”, consistente nell’acquisto di medicinali, integratori, supplementi nutrizionali e articoli di igiene per l’ambulatorio.

La regione di Huancavelica è una delle più povere dell’intero Perù, e sono soprattutto gli anziani a soffrirne: nella maggior parte dei casi i figli sono emigrati nelle grandi città in cerca di lavoro, lasciando i genitori e i nonni da soli. L’Asociación Corazones & Manos Solidarias ci ha chiesto aiuto per attrezzare il poliambulatorio che ad un prezzo simbolico – necessario a rendere il progetto continuativo nel tempo – fornirà il necessario ai 120 membri della comunità.

Siamo felici di aver avuto la possibilità di inaugurare e portare a termine questo progetto che andrà a migliorare le condizioni di vita dei più fragili, fornendo loro non solo un aiuto concreto in termini di beni di prima necessità, ma anche un sostegno morale che li aiuti a non sentirsi più così soli.

PIÙ CIBO E SALUTE AL MACO DI OUGADOUGOU

È passato ormai un anno da quando vi abbiamo annunciato l’avvio del progetto “Projet d’humanisation de la Maison d’Arret et de Correction de Ouagadougou (MACO)”, il carcere più grande della capitale del Burkina Faso. Abbiamo deciso di inaugurare l’attività a seguito delle segnalazione dei padri camilliani della cappellania dell’istituto carcerario, che ci hanno notificato l’urgenza di intervenire per rendere più umano il trattamento dei detenuti, costretti in una struttura precaria, in cui il sovraffollamento rappresenta solo il problema più evidente.

Ci è sembrato subito un progetto in cui era importante investire, considerando il carcere – non solo il posto in cui scontare la propria pena – ma anche e soprattutto un luogo in cui cominciare un percorso rieducativo che possa portare al reintegro nella società in maniera proficua. Fondamentale, quindi, che i detenuti non solo abbiano la possibilità di intraprendere questo cammino, ma che lo facciano godendo a pieno dei diritti umani inviolabili.

Ora, al termine del progetto, possiamo dire che è stato un successo: in questi mesi – grazie al finanziamento di Salute e Sviluppo – è stato possibile far vivere ai detenuti esperienze comunitarie e sociali importantissime, sono stati organizzati sia un pranzo natalizio, che un pranzo pasquale, sono stati confezionati più di 2300 sacchetti contenenti cibo e kit igienici, distribuiti poi ai detenuti che più di altri vivono una situazione di indigenza e infine sono stati acquistati farmaci e medicinali per l’Ospedale San Camillo, utili alla cura di coloro che soffrono di particolari patologie.

Migliorare le condizioni di vita di chi si trova in difficoltà è un nostro obiettivo primario in qualunque ambito e noi siamo davvero contenti che questo progetto abbia raggiunto i traguardi prefissati e che abbia dato la possibilità a tantissimi detenuti del MACO di affrontare in maniera positiva il proprio percorso all’interno della struttura carceraria.

 

CRESCE L’IPSCA DI OUAGADOUGOU

Non molto tempo fa vi abbiamo parlato dell’Istituto Privé de Santé Saint Camille de Lellis (IPSCA) di Ouagadougou, un centro di studi infermieristici che si è imposto sulla scena sanitaria del paese per l’alta specializzazione che offre ai suoi studenti, provenienti non solo dal Burkina Faso, ma anche da ben altre 12 nazioni africane. L’ultimo progetto che ci ha visto al fianco di questa realtà riguardava l’installazione di pannelli solari, un’attività che abbiamo portato a termine e che ha dato la possibilità all’Istituto di approfittare di numerosi vantaggi sia economici, sia a livello di sostenibilità.

Adesso noi di Salute e Sviluppo abbiamo deciso di inaugurare una nuova attività: “Realizzazione di un asilo nido a favore delle studentesse/madri e di un punto sanitario all’interno dell’IPSCA”. Al momento ci sono ben 25 studentesse che hanno partorito da poco o che aspettano un figlio e, in assenza di un aiuto concreto, sarebbero costrette ad abbandonare gli studi, non potendo conciliare la cura del proprio bambino al proseguimento dell’impegno formativo. Per far fronte a questa difficoltà ed evitare che la maggior parte di loro sia costretta a questa scelta, abbiamo deciso di sostenere la costruzione di un asilo nido – all’interno della scuola stessa – dedicato ai bambini delle studentesse. Grazie a questo progetto l’IPSCA si confermerebbe un polo scolastico all’avanguardia – non solo per gli standard burkinabé, ma internazionali – per l’inclusività e il sostegno ai propri studenti.

Oltre alla costruzione dell’asilo nido si è deciso di realizzare anche un piccolo punto sanitario necessario alla scuola per fornire un primo soccorso a tutti gli studenti malati.

Noi di Salute e Sviluppo siamo molto felici di poter sostenere nei prossimi sei mesi  questo progetto che si pone in linea con la nostra mission di migliorare le condizioni di vita dei più fragili, in questo caso soprattutto delle studentesse, dando loro modo di continuare gli studi, proseguire la propria formazione e poter aspirare ad un impiego sicuro che dia a sua volta la possibilità di accrescere le capacità sanitarie di un paese che continua a versare in condizioni di precarietà.

Vi terremo aggiornati su tutti gli sviluppi!