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IL NOSTRO SOSTEGNO ALLO SNEHADAAN HOSPITAL

Solo pochi mesi fa abbiamo inaugurato due progetti a favore dello Snehadaan Hospital in India, il primo riguardante l’acquisto di un’ambulanza e della strumentazione per la dialisi, il secondo la costruzione di un pozzetto per l’acqua piovana e l’installazione di un impianto per il trattamento delle acque reflue.

Ora, a distanza di pochi mesi, entrambi i progetti sono terminati e noi di Salute e Sviluppo siamo felici di annunciare che tutti gli obiettivi sono stati raggiunti: sono state acquistate sia l’ambulanza che l’attrezzatura per la dialisi, il pozzetto è stato realizzato e l’impianto è stato installato e al momento è già funzionante.

Grazie a questi interventi, lo Snehadaan Hospital avrà la possibilità di crescere ed essere ancora più all’avanguardia e in grado di soddisfare la necessità dei cittadini della regione di Bangalore. Questo centro sanitario è stato inaugurato da pochi mesi, ma si è già dimostrato un polo di eccellenza per la cura di molte patologie e noi di Salute e Sviluppo siamo felici di aver contribuito ad un suo ulteriore miglioramento.

La nostra sinergia con l’Associazione Sneha Charitable Trust, promotrice di queste iniziative, non si conclude con questi progetti e anzi mira ad essere sempre più stretta, nella speranza di riuscire a portare avanti ancora più attività con lo scopo di potenziare le capacità ricettive e sanitarie dello Snehadaan Hospital.

AL FIANCO DEL DAIVALAYAM- ST. CAMILLUS ASHRAM

Abbiamo da poco avviato il “Progetto per i bisogni strutturali del Daivalayam – St. Camillus Ashram, Hyderabad”: siamo sempre in India e, sempre in sinergia con la provincia camilliana e l’associazione Sneha Charitable Trust, abbiamo deciso di contribuire alla realizzazione di tutte le migliorie strutturali necessarie a questo centro medico.

Il Daivalayam – St. Camillus Ashram è l’unico polo sanitario di eccellenza dell’intera regione dell’Hyderabad, dedicato ai bambini dai 3 ai 18 anni affetti da disabilità fisiche e mentali che necessitano di particolare assistenza e aiuto. Daivalayam significa “Dimora di Dio”, nome scelto per sottolineare la cura e il rispetto verso questi piccoli pazienti.

Il centro in questi anni ha potuto accogliere fino a 30 bambini e ragazzi, ma adesso si è palesato il bisogno di ampliare la struttura per ospitare anche coloro che, superati i 18 anni, continuano a necessitare di cure e assistenza. Il progetto prevede la costruzione di numerose altre stanze sia per i pazienti che per il personale medico specializzato che segue costantemente i ragazzi nel loro percorso di riabilitazione.

Per ampliare ulteriormente le capacità del centro, è necessario migliorare i collegamenti stradali: il Daivalayam sorge in una zona abbastanza complessa da raggiungere con poche strade che lo collegano alle città limitrofe e, nella stagione delle piogge, queste stesse si allagano e risultano difficilmente percorribili. Il progetto ha come obiettivo il miglioramento dei collegamenti esistenti e la creazione di un sistema di drenaggio che permetta all’acqua di defluire efficacemente dalle strade.

Molti degli ospiti del centro sono affetti da gravi disabilità per cui sono costretti ad utilizzare la sedia a rotelle, ma l’esterno della struttura non è costruita in modo confacente alle loro necessità. Il progetto si pone come obiettivo anche quello di procedere al rifacimento della pavimentazione esterna, per permettere a tutti i pazienti di poter passare giornate all’esterno in completa sicurezza, anche con la sedia a rotelle.

Per salvaguardare in ogni aspetto la salute dei pazienti, il Daivalayam vuole– inoltre – rendere coltivabile il terreno circostante la struttura, per poter offrire agli ospiti i prodotti della terra genuini e salutari coltivati in loco.

Noi di Salute e Sviluppo siamo molto felici di poter contribuire alla realizzazione di tutte queste opere che nel corso dei prossimi sei mesi verranno ultimate e renderanno la vita dei bambini e dei ragazzi del centro un po’ più agevole e serena.

SOSTEGNO ALLO SNEHADAAN HOSPITAL

Salute e Sviluppo da ormai molti anni finanzia e sostiene progetti in India, tutti con il preciso obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei più bisognosi: in particolare – in questi anni – ci siamo occupati di attività riguardanti i ragazzi affetti da HIV che sarebbero costretti a restare ai margini di una società, ancora restia ad accettarli, se non fosse per precisi programmi di sostegno e cura portati avanti dallo Sneha Charitable Trust.

Anche questa volta ribadiamo la sinergia tra noi di Salute e Sviluppo e l’associazione Sneha Charitable Trust, per sostenere il nuovissimo ospedale gestito dai camilliani, Snehadaan Hospital, che ha aperto le proprie porte meno di un mese fa. Questo centro medico nasce con l’intento di fornire alla popolazione locale di Bangalore un polo sanitario all’avanguardia, con medici specializzati e macchinari di ultima generazione, per consentire a tutti di ricevere cure e diagnosi adeguate.

Per aiutare e sostenere questa nuova struttura anche noi di Salute e Sviluppo abbiamo voluto contribuire finanziando l’acquisto di un’ambulanza e di strumentazioni necessarie al reparto dialisi dell’ospedale. Al termine del progetto – a metà settembre – tutti gli strumenti e il mezzo medico saranno funzionanti e operativi al servizio dei bisogni dello Snehadaan Hospital.

Il nostro supporto alla struttura sarà continuativo nel tempo e finalizzato ad una crescita progressiva dell’Ospedale e delle sue capacità, per migliorare sempre più le condizioni sanitarie di coloro che – maggiormente in difficoltà – necessitano di un aiuto.

SNEHAGRAM: LA VITA INDIPENDENTE DEI GIOVANI SIEROPOSITIVI

È appena terminato il progetto “Verso il futuro dei giovani del centro Snehagram. Programma di transizione per una vita indipendente”, grazie al contributo della Chiesa Cattolica, che destina parte dell’otto per mille del gettito complessivo IRPEF per interventi caritativi a favore del Terzo Mondo.  Vi avevamo già parlato di questo progetto che dal primo settembre 2018 ci ha tenuti impegnati in India, aiutati dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e in collaborazione con l’associazione Sneha Charitable Trust (SCT), per completare il percorso educativo- formativo di ben 70 tra ragazze e ragazzi sieropositivi.

In India la sieropositività rappresenta ancora uno stigma per la società: tutti coloro che sono affetti da HIV/AIDS vengono allontanati e posti al margine di una società che fa ancora fatica ad accettarli. La maggior parte dei giovani sieropositivi spesso è stata resa orfana da questa stessa malattia che affligge loro. In questi casi è fondamentale accoglierli in strutture che diano loro la possibilità di non restare soli e di costruirsi un futuro dignitoso. Il programma promosso dall’associazione Sneha Charitable Trust è articolato in più percorsi, ognuno dei quali studiato ad hoc per una specifica fascia di età: fin da molto piccoli i bambini vengono accolti, vivendo in comunità, avendo accesso a tutte le cure mediche necessarie e crescendo in un ambiente formativo e stimolante.

Snehagram rappresenta l’ultima fase del progetto e prevede che i ragazzi tra i 18 e i 24 anni vengano accompagnati verso una vita indipendente/semi-indipendente. Per arrivare all’obiettivo, l’iniziativa prevede una soluzione abitativa per ognuno dei ragazzi e dei percorsi professionali adeguati ad un accrescimento delle proprie capacità e all’ingresso del mondo del lavoro.

Per tale ragione, sono state costruite quattro “case cluster”. In ciascuna abitazione vive un gruppo di 5 o 6 ragazzi, i cui membri sono stati formati a svolgere diversi lavori in base alle proprie capacità, nello specifico: alcuni sono impegnati nell’allevamento, altri nell’agricoltura, nella meccanica, nell’idraulica, in informatica, in fotografia, in videografia e in sartoria. Tutti i corsi di formazione sono stati scelti dai ragazzi in base alle proprie inclinazioni, aiutati da un tutor.

Dopo un primo momento in cui i ragazzi hanno potuto formarsi e decidere autonomamente la disciplina in cui volersi specializzare, il progetto ha avviato una seconda fase in cui tutti loro hanno potuto svolgere la mansione scelta in maniera professionale, iniziando a percepire un reddito.

Sono state costruite 4 stalle e acquistate 25 mucche e due tori, oltre che due mungitrici per facilitare il lavoro. Il latte prodotto è stato venduto ai caseifici vicini e tutte le entrate sono andate ai ragazzi del progetto.

È stato incrementato anche l’allevamento di pollame con ottimi risultati: sono stati prodotti e venduti 10 lotti di polli in ognuna delle quattro fattorie, il profitto che ne è derivato è andato ai ragazzi che partecipano al progetto che, iniziando a percepire già un reddito, possono progressivamente diventare sempre più autonomi.

In ambito agricolo, sono state realizzate in totale 4 serre e un laghetto per la raccolta dell’acqua piovana, utilizzata per l’irrigazione dei terreni. Sempre per migliorare questo aspetto, sono stati anche forniti un serbatoio e altre strutture per lo stoccaggio di acque libere, nonché scavato un pozzo. È stata avviata anche la coltivazione idroponica, grazie all’acquisto di materiali utili all’irrigazione a goccia, di attrezzi specifici, di alberelli da piantare e di concime fertile.

Altri ragazzi si sono dedicati al confezionamento di sacchetti di carta, derivanti da vecchi giornali, venduti poi ai negozi vicini di medicinali. Ogni ragazzo è arrivato a produrre mediamente 500 buste o 100 sacchetti di carta.

Infine, tutti coloro che sono stati formati in sistemi meccanici, elettronici ed idraulici, sono stati collocati in diverse società di produzione e assemblaggio della zona. Anche i loro alloggi cercano di rispondere nel miglior modo possibile all’esigenza di essere vicini al luogo di lavoro, trovandosi non vicino alle serre e alle fattorie, ma in prossimità delle zone industriali.

Il progetto ha avuto ottimi risultati e adesso, al termine, è tangibile l’impatto che ha avuto nella vita di ogni singolo ragazzo di Snehagram. Sono stati avviati in maniera proficua alla vita indipendente: ognuno di loro ha già iniziato a ottenere reddito, avendo la possibilità di vivere in una casa adeguata alle proprie necessità sanitarie, e non solo, anche vicina al proprio ambiente lavorativo.

Il progetto sarebbe dovuto terminare prima, ma la pandemia da Covid- 19 ha rallentato i lavori. L’India è stata colpita duramente e anche il centro Snehagram non è stato risparmiato, la maggior parte dei suoi occupanti si è ammalato e le attività previste non sono proseguite come da programma. Al termine dell’emergenza pandemica non si sono verificati ulteriori intoppi e il progetto è proseguito come da programma.

Siamo contenti di aver potuto aiutare i giovani di Snehagram che, in assenza del centro fondato dal Sneha Charitable Trust, sarebbero stati costretti ad una vita ai margini della società, senza alcuna possibilità di inserimento lavorativo.

IL FUTURO DI SNEHAGRAM

Verso il futuro dei giovani del centro Snehagram. Programma di transizione per una vita indipendente è il titolo della terza fase dell’iniziativa che vede Salute e Sviluppo impegnata in India per aiutare i bambini sieropositivi grazie al contributo della Chiesa Cattolica, che destina parte dell’otto per mille del gettito complessivo IRPEF per interventi caritativi a favore del Terzo Mondo.

L’HIV continua a rappresentare un problema grave per l’India tanto da spingere il governo, soprattutto negli ultimi anni, ad attuare una massiva campagna di istruzione e prevenzione. I risultati di questa politica sono stati notevoli: nella maggior parte del territorio la percentuale di nuove infezioni è scesa considerevolmente. Rimane ancora alto, però, il numero di bambini e giovani sieropositivi rimasti orfani a causa di questa stessa malattia e che rischiano una vita di povertà e segregazione: emarginati perché considerati infetti e soli senza parenti.

Sneha Charitable Trust (SCT) da molti anni si occupa di accogliere, curare e istruire gli orfani sieropositivi, mirando alla loro piena integrazione nella società. Salute e Sviluppo, aiutata dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), coadiuva le attività del centro grazie ad un programma articolato in più fasi, ognuna delle quali riferita ad una specifica fascia d’età. Al momento è in corso il terzo progetto che, incentrato sui giovani dai 18 ai 24 anni, mira all’inserimento lavorativo e alla conquista dell’autonomia/semi-autonomia degli stessi.

Tutti i ragazzi accolti nel centro Snehagram vengono incentivati a scegliere le materie e le attività da seguire in base alle proprie inclinazioni. Ciò migliora l’apprendimento e consente la specializzazione in un settore preciso che può rappresentare per loro il futuro impiego e fonte di reddito. Alcuni hanno deciso di specializzarsi nell’agricoltura, altri nell’allevamento, altri ancora nell’informatica o nella meccanica. In base a questi campi di interesse, il centro si è attrezzato con tutto il necessario per aiutare i giovani a poter acquisire un’effettiva formazione pratica: sono stati creati dei campi, sono state costruite una serra e una fattoria, sono stati comprati semi, fertilizzati e attrezzature varie.

Oltre alla formazione professionale, una parte fondamentale del progetto è rappresentata dalla costruzione di alloggi che verranno assegnate ad ogni ragazzo in base all’ambito lavorativo scelto e alla condizione di salute. Coloro che negli anni si sono specializzati in aree come la meccanica o l’informatica hanno la necessità di essere vicini alla città, al contrario di chi, lavorando nei campi o nella fattoria, deve rimanere nelle loro immediate vicinanze.

Coloro che beneficiano di questo progetto sono sia i 40 ragazzi che, cresciuti al centro di accoglienza di Snehagram, sono diventati adulti e hanno la necessità di rendersi autonomi sia dal punto di vista sociale che economico; sia la comunità che avrà una forza lavoro giovane e specializzata da poter inserire in più settori professionali.

Lo stigma dell’HIV è ancora molto sentito in India e riuscire a integrare questi giovani nel tessuto sociale, grazie alle competenze tecniche acquisite, significa allontanarli dalla segregazione e dall’isolamento che una malattia come l’AIDS ha come dirette conseguenze in alcune parti del mondo.

Salute e Sviluppo ha dato il via a questo progetto di durata biennale nel 2018. Durante il primo anno sono stati raggiunti gli obiettivi prefissati, rispettando le tempistiche. L’avvento della pandemia nel marzo 2020 ha reso impossibile la corretta continuazione del programma: tutte le attività di Snehagram sono state riconvertite per far fronte al COVID che, esploso violentemente in India, ha colpito la maggior parte degli ospiti del centro, degli operatori e anche dei camilliani in loco.

Solo lo scorso autunno si sono potute riprendere tutte le attività previste dal progetto. Al termine noi di Salute e Sviluppo saremo fieri di presentarvi i 40 ragazzi del centro Snehagram, che grazie all’aiuto della CEI, ora possono sperare in una vita serena pienamente integrata nella loro società e comunità.

I giovani del centro Snehagram in viaggio per il futuro!

Siamo in India.
In questo Paese si contano circa 2,1 milioni di persone che convivono con HIV/AIDS e 4 milioni di bambini/ragazzi sono colpiti direttamente o indirettamente da questa malattia (dati UNAIDS 2017). Ad aggravare la situazione si aggiunge la stigmatizzazione delle persone sieropositive nella società: una barriera tra gli individui e la società che impossibilita l’entrata nel mondo del lavoro e nella società stessa.

E’ per questo che dal 2013 collaboriamo con Sneha Charitable Trust, partner locale, portando avanti il progetto “Formazione professionale per gli adolescenti del centro di accoglienza Snehagram”. Durante le prime fasi è stato realizzato un campus di accoglienza e formazione nel quartiere Veppinapalli (distretto di Krishnagiri, stato di Tamil Nadu) per 200 adolescenti sieropositivi. Nella struttura sono offerti trattamenti e assistenza sanitaria e psicologica specifica per il loro stato di salute, percorsi di apprendimento scolastico per completare il ciclo di istruzione secondaria e sviluppo di competenze professionali in base alle loro attitudini. Inoltre, hanno la possibilità di partecipare ad attività extrascolastiche in base ai loro interessi, condividendo così le loro emozioni e rafforzando i legami di amicizia.

Da ottobre 2018 è in corso la terza fase “Verso il futuro dei giovani del centro Snehagram. Programma di transizione per una vita indipendente” che prevede la creazione di un percorso di transizione per i giovani sieropositivi tra i 18 e i 24 anni ad una vita indipendente. Quali sono i passaggi per introdurli in un ambiente inclusivo?

Agiamo su tre fronti.
Innanzitutto la creazione di un ambiente familiare, con la costruzione di strutture di accoglienza in cui ragazzi e ragazze vivono separatamente. Un sostegno viene fornito da un supervisore, incaricato di controllare lo stato di salute dei ragazzi sia a livello medico che psicologico, sia la loro alimentazione.

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Il secondo fronte è la formazione dei ragazzi/e sulla base delle loro capacità, motivazioni ed esigenze personali. I programmi di formazione spaziano tra l’addestramento meccanico o idraulico, l’allevamento di pollame o latte, l’addestramento su competenze informatiche o elettroniche, la sartoria o la fotografia. Settanta ragazzi/e beneficiano di questi corsi e alcuni di essi sono stati inseriti in varie aziende e istituzioni per l’apprendimento sul campo.

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Il terzo fronte è caratterizzato dall’inserimento dei giovani in attività per creare reddito ed iniziare così una vita indipendente e inclusiva. Ad esempio, per i ragazzi/e impegnati nell’allevamento di latte sono state acquistate 20 mucche, il cui latte ricavato viene venduto ai caseifici vicini e il guadagno depositato sui conti dei giovani. I ragazzi/e formati/e in sistemi informatici, elettronici ed idraulici vengono collocati in diverse società di produzione.

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Basandoci sui risultati ottenuti fino ad oggi nella loro formazione e rendimento, siamo sicuri che tutti i settanta ragazzi/e troveranno una collocazione nel mercato del lavoro in futuro!

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