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Rafforzamento dei servizi sanitari dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptélé

Nel villaggio di Bossemptélé (Regione dell’Ohuam Pendé, RCA), il lavoro di Salute e Sviluppo nel settore “Salute” è proseguito attraverso la realizzazione di un’ulteriore iniziativa di emergenza denominata “Rafforzamento dei servizi sanitari dell’Ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptélé”, cofinanziata dall’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione Internazionale.

Il progetto, avviato l’8 dicembre 2019 e concluso il 7 maggio 2021, ha raggiunto l’obiettivo di migliorare l’accesso ai servizi sanitari per la popolazione vulnerabile della Sottoprefettura di Bossemptélé, potenziando l’Ospedale Giovanni Paolo II e garantendo risposte adeguate e di qualità ai bisogni del territorio, attraverso un lavoro capillare di assistenza e cura anche nei villaggi limitrofi della Sottoprefettura.

La fornitura appropriata di medicinali e la copertura di parte dei costi del personale sanitario ha consentito una costante erogazione dei servizi presso l’Ospedale, nonostante una piccola riduzione dell’affluenza tra marzo e aprile 2020 a causa della pandemia Covid-19. Inoltre, l’Ospedale è stato dotato di diverse strumentazioni e apparecchiature mediche, tra cui anche test per HIV e Covid-19, migliorando l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni. Ad oggi, si registra un totale di 11.113 pazienti assististi, di cui 7.721 donne e 3.393 uomini (con una media mensile di 654 accessi).

 

Per quanto concerne le attività di formazione specialistica, svolte tra fine gennaio e aprile 2021, l’impossibilità di svolgere il percorso formativo in loco, a causa dell’emergenza pandemica Covid-19 e delle restrizioni imposte sulla mobilità a livello internazionale, ha imposto il ricorso alla metodologia didattica in modalità “formazione a distanza (FAD)”. In particolare, la formazione ha riguardato le seguenti materie: chirurgia ortopedica, anestesia, neonatologia/pediatria, diagnostica per immagini (radiografia e ecografia). L’attività formativa ha coinvolto complessivamente 22 operatori sanitari, di cui 9 donne e 13 uomini.

Per quanto riguarda gli incontri di coordinamento nei dispensari/centri di salute dell’area, la formazione è stata rivolta ai cinque responsabili dei 5 “Poste de Santé” collocati nei villaggi limitrofi sull’asse di Bossemptélé-Bozum e sull’asse Bossemptélé-Bouar. Tali incontri sono stati indispensabili per migliorare il coordinamento tra l’ospedale e i dispensari pubblici nell’assistenza dei pazienti e per approfondire il dialogo e il confronto con i “curatori tradizionali”, chiarendo il ruolo e l’ambito di applicazione della medicina tradizionale, senza andare in contrasto con la medicina moderna. Infine, grazie alla formazione on the job sulla gestione dei farmaci, si è ottenuto un miglioramento delle competenze e un accrescimento del know-how in materia, indispensabile per la futura autonomia a livello territoriale.

Al fine di estendere il raggio d’azione dei servizi offerti alle comunità, è stato organizzato un servizio di clinica mobile nei villaggi, con l’utilizzo di un’ambulanza (acquistata grazie al finanziamento dell’Aics) e con la presenza di un team sanitario composto da due infermieri e due counsellor dell’Ospedale. L’attività, svolta due volte a settimana, ha raggiunto 3.346 persone, di cui 2.314 donne, 1.122 uomini, rappresentate per due terzi dalla popolazione infantile (2.286). Il servizio, fin dal suo avvio, è sempre stato operativo anche a seguito delle disposizioni presidenziali anti-contagio e nel pieno rispetto delle stesse, effettuando visite domiciliari finalizzate all’assistenza sanitaria e al supporto psicologico.

 

Le attività di informazione, educazione e comunicazione (IEC) in ambito igienico sanitario hanno rappresentato una componente fondamentale dell’azione, tanto che le azioni hanno raggiunto la partecipazione attiva di 4.043 persone, di cui 2.182 donne e 1.861 uomini. Una volta a settimana, due educatori dell’Ospedale si sono recati presso i villaggi e le comunità di riferimento trattando le seguenti tematiche: prevenzione delle principali malattie endemiche ed infezioni, malnutrizione, consultazioni prenatali, protezione del bambino, dichiarazione delle nascite, importanza della scolarizzazione, etc. L’attenzione mostrata dai partecipanti è stata molto elevata, motivo per cui si è scelto di coinvolgere 30 donne (anziché 5) nelle attività di educazione alla pari da diffondere presso gli altri membri dei rispettivi villaggi.

Per l’implementazione di tutte le attività e il perseguimento degli obiettivi prefissati, fondamentale è stato sia il lavoro svolto dai partners locali, l’Ospedale Giovanni Paolo II e la Comunità camilliana in RCA, sia il continuo supporto e coinvolgimento di tutti gli stakeholders locali (Ministero della Salute e della Popolazione, l’Associazione ASSOMESCA, l’Ordine delle Suore Carmelitane).

Il progetto, in connessione con altre iniziative realizzate da SeS in RCA, ha gettato le basi per ulteriori azioni di sviluppo e di crescita del territorio. A livello sociale, le attività si configurano come strumenti cognitivi, importanti per la salvaguardia della salute comunitaria nel medio-lungo periodo, producendo un impatto tangibile sui target group interessati, favorendo altresì sensibilità e responsabilità comune.

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