Aggiornamento: l’ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptelè
Nella Repubblica Centrafricana, sottoprefettura Bossemptélé, l’ONG Salute e Sviluppo è impegnata nella realizzazione di un ampio piano strategico, insieme alla Delegazione Camilliana, che prevede l’implementazione di un Centro Ospedaliero Generale Giovanni Paolo II.
Il piccolo ospedale, costruito nel 2006, lavora sul territorio con mezzi esigui, affrontando quotidianamente gli enormi problemi ed i bisogni sanitari della popolazione locale: basta ricordare che l’energia elettrica è a 200 Km di distanza e non esistono le fondamentali strutture di urbanizzazione.L’attuale costruzione non ha molti spazi in confronto alle richieste: ha poche camere per la degenza, due ambulatori, una sala chirurgica, una piccola sala parto, la farmacia e il laboratorio analisi. Con queste disponibilità affronta tutte le patologie che affliggono i pazienti nel territorio per un raggio di 60 chilometri.
A Marzo 2012, grazie al contributo della Chiesi Foundation, sono stati acquistati i medicinali per il trattamento delle patologie infantili maggiormente diffuse nel territorio. Parte del contributo è stato, invece, destinato all’acquisto del carburante per il generatore, per rifornire di elettricità la struttura ospedaliera. Anche questo aiuto, molto prezioso, ha permesso di intervenire con azioni importanti in favore della salute materno infantile. Potenziali carenze di farmaci minacciano l’accesso a terapie efficaci contro malattie frequenti e diffusissime nel territorio. L’accesso ai farmaci è uno dei maggiori limiti in cui si imbatte la popolazione povera. Questo perché nel paese ogni cura viene pagata, non essendoci alcuna assicurazione o assistenza gratuita dello Stato. In questo modo malattie gravi, ma curabili o prevenibili, divengono inevitabilmente causa di morte o di invalidità permanente. L’ospedale Missionario Giovanni Paolo II è una struttura che eroga le proprie prestazioni dietro il pagamento di una piccola somma simbolica, educativa più che remunerativa, per chi ne ha la possibilità. I più poveri vengono curati con gli aiuti che provengono dai donatori italiani. Grazie al contributo concesso, l’ambulatorio è stato dotato di farmaci per il trattamento e la cura delle principali malattie infantili ed è aumentato il numero di persone bisognose assistite.La richiesta locale di assistenza e cura è sempre più forte e l’ospedale fa una grande fatica a dare risposta a tutte le necessità e bisogni locali. Nel corso dell’anno sono state eseguite più di 200 consultazioni mensili pediatriche per un totale di 2400 bambini accolti e assistiti contro diarrea, problemi bronchiali e respiratori, malaria e meningite. E’ stata effettuata la presa in carico di un certo numero di bambini affetti da HIV/AIDS, che grazie al progetto sono assistiti con farmaci antiretrovirali. 1200 mamme hanno avuto assistenza sanitaria all’interno della struttura. Il progetto ha subito un lieve rallentamento negli ultimi mesi a causa delle tensioni e della rivolta militare, che ha conquistato metà del paese ma ha influenzato tutto il territorio. Attualmente si vive un periodo di tregua e relativa stabilità politica, grazie all’accordo di pace di Libreville, ma tutto è in equilibrio precario, perché gruppi di ribelli fanno spesso sentire la loro presenza. Il conflitto ha avuto ripercussioni enormi sulla popolazione, già povera e oppressa, e ha avuto ricadute particolarmente pesanti sulle strutture ospedaliere del territorio, inclusa quella gestita dai padri camilliani a Bossemptelè. I civili, costretti alla fuga, hanno trovato rifugio nella boscaglia, esposti a ogni difficoltà e a numerose malattie.