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25 anni dalla fondazione di Salute e Sviluppo (09 settembre 1996 – 09 settembre 2021)

Vorrei invitarvi a fare con me un bellissimo viaggio virtuale intorno al mondo per festeggiare insieme i 25 anni di vita di Salute e Sviluppo. Non preoccupatevi per il costo, pago io per tutti, dato che è un viaggio virtuale. Possiamo visitare molti paesi, anche se non posso ricordarli tutti perché l’elenco sarebbe prolisso. Allacciate le cinture e partiamo subito da Torino, dove Salute e Sviluppo è nata 25 anni fa, dalla fantasia di p. Efisio Locci, il 9 settembre 1996, l’idea era “andate nel mondo e curate i malati”.

Ha cominciato a percorrere i primi passi della sua esistenza, passi importanti perché comprende anche l’ospedale di Haiti. L’invito del Generale dell’Ordine  dei Camilliani P Frank . Monks (03 dicembre 2001) ci fa traslocare a Roma per dare all’organizzazione la dimensione Internazionale, propria dell’Ordine di San Camillo. A Roma tutto è grandioso e qui è avvenuta l’enorme fatica di preparazione e i riconoscimenti necessari per poter operare, come l’acquisizione di personalità giuridica (08 luglio 2002) e il riconoscimento di Organizzazione Non Governativa (ONG), con Decreto del Ministero degli Affari Esteri, che la abilita a promuovere e realizzare progetti internazionali in collaborazione con il Ministero (26 marzo 2003). Finite le processioni burocratiche, si può cominciare a lavorare impegnando tutte le nostre potenzialità.

Salute e Sviluppo è nata per essere vicino ai missionari, che sono il più grande fattore di sviluppo della storia dei paesi poveri. I nostri settori sono: la salute delle persone e lo sviluppo umano declinato con sanità e igiene, nutrizione e scolarizzazione, agricoltura e zootecnia, senza alcuna preclusione nel campo dello sviluppo, dei diritti e della pace. Il nostro moto è “curiamo la salute incrementiamo lo sviluppo umano”. La geografia delle nostre attività sono i cinque continenti.

La prima parte del nostro viaggio intercontinentale visita i progetti realizzati nei primi 10 anni e comprende 33 progetti  in Africa:  1 ospedale in Benin (a Djougou); 5 progetti in Burkina Faso (sviluppo per le donne, valorizzazione della medicina tradizionale, sviluppo zootecnico, sviluppo agro alimentare, sviluppo industriale per la brillantazione e confezionamento  del riso); 19 progetti in Kenya (formazione e prevenzione per gli studenti di Migori, sostegno ai bambini degli slum di Nairobi, allevamento per l’ospedale di Nkubu, acqua potabile per l’ospedale di Nkubu, sviluppo agricolo per le donne  dello slum di Nairobi, assistenza ai malati terminali con AIDS, formazione per le donne dello slum di Nairobi, lotta all’HIV, mulino per le vedove di Tabaka, una speranza per i malati di Nkubu, energia solare per Nkubu, sviluppo zootecnico per le donne di Karungu, lotta alla malnutrizione di Wajir, sviluppo ortofrutticolo per le donne di Karungu, una serra per le donne degli slum di Nairobi, lotta alla povertà nel distretto Sud Imenti, sostegno alimentare per le scuole di Nyanza, accesso ai servizi igienico-sanitari per Gunga); visitiamo 1 progetto in Madagascar (scolarizzazione per i bambini lebbrosi); 5 progetti in Repubblica Centrafricana (scuola primaria a Bossemptélé, avviamento dell’ospedale, centro madre bambino, servizio sanitario ai bambini, ambulatorio madre bambino); 1 ospedale materno infantile in Somalia; 1 pozzo per l’ospedale e il quartiere a Lomé – Togo.

Spero che il viaggio proceda bene perché dobbiamo visitare l’America del Sud e l’Asia. La prima tappa è il Brasile con la visita di 4 progetti (formazione e reinserimento della donna, reinserimento sociale delle ragazze madri, tejiendo la vida, formazione e reinserimento delle donne a Quixadà); facciamo un salto per vedere 1 progetto in Colombia (coltivazione idroponica con gli anziani); e un salto in Perù per 1 progetto (assistenza ai malati con AIDS).

Lasciamo l’America Latina e ci trasferiamo in Asia per 11 progetti. Cominciamo con la visita del Myanmar con 2 progetti realizzati (soccorso alle vittime del ciclone Nargis e formazione professionale per ragazze); visita alle Filippine con 2 progetti (potenziamento Centro San Camillo e aiuto alla comunità tribale Aetas); e un lungo viaggio nell’immensa Cina con 1 progetto (Borse di studio per i villaggi di Liaoning). Che commozione e che ricordi l’incontro con i cristiani dei paesi intorno alla città imperiale dell’estremo nord della Cina! L’universalità del cristianesimo è una realtà che sperimenti come il respiro dell’umanità, con intensa e indimenticabile commozione.

Come potete capire il nostro lavoro si adatta sempre alle situazioni, agli usi e costumi dei popoli e alla loro sensibilità politica. A noi interessa aiutare l’uomo con le sue povertà e necessità, che è uno spazio enorme. Tutti gli altri aspetti non sono tematiche di nostra competenza. Siamo assolutamente convinti che i bisogni degli uomini nel mondo sono infiniti e che, purtroppo, noi possiamo fare solo piccole cose, ma sappiamo che anche un bicchier d’acqua è prezioso per un assettato.

Se non siete stanchi percorriamo la seconda parte del viaggio per visitare altri 36 progetti realizzati nei successivi 10 anni di intenso impegno. Andiamo specialmente nei paesi africani. Ogni paese ha le sue caratteristiche, le sue bellezze, le sue ricchezze e le sue povertà infinite, l’unica raccomandazione è: non bisogna arrendersi mai. La cooperazione è fatta di piccole o di grandi cose, ma tutte sono preziose. Ogni aiuto che possiamo dare è un grande tesoro per un bisognoso che li riceve; è una piccola fatica per noi, ma un enorme dono per lui. La fatica presto scomparirà, il bene fatto rimarrà e il Buon Dio lo renderà eterno.

Prima sosta in Burkina Faso con 11 progetti terminati e 2 in arrivo, un paese povero ma con un forte risveglio, desideroso di progresso, ma anche con episodi paurosi di terrorismo a Nord e anche non lontano dalla nostra zona di operazione. Il nostro sforzo è quello di implementare strutture produttive di beni alimentari, incrementare la scolarizzazione e costruire un ospedale.

Abbiamo realizzato una fattoria di oltre 60 ettari per la coltivazione del riso, mais e altri cereali; costruito canali per l’acqua di allagamento, con pompe sommerse nel grande canale pubblico, azionate da impianto di pannelli foto voltaici. Le pompe portano l’acqua nei nostri canali di distribuzione. La Fattoria è ben fornita di un pozzo per l’acqua potabile, strutture aziendali per il personale, magazzini, officina e posteggi riparati per: 1 camion, 3 trattori, 2 fresatrici, 1 mietitrebbia, 2 bulldozer, 1 ruspa, aratri, livellatrice, concimatrice e altre attrezzature.

Una stalla per 60/100 vacche da latte, con foraggiera e attrezzata di sala mungitura, sala raffreddamento e conservazione del latte, strutture per il personale e per il veterinario. Anche qui l’energia elettrica viene prodotta con impianto fotovoltaico, generatore e la linea di illuminazione pubblica. Nel Centro Industriale abbiamo realizzato: 3 grandi magazzini per cereali, frutta e verdura, lavorazione e confezionamento prodotti; la Centrale del latte attrezzata per l’analisi, la lavorazione del latte e prodotti caseari: anche qui l’energia elettrica è fornita dalla rete pubblica, da generatore e da impianti fotovoltaici. Le aziende agricole sono a Bagré, provincia di Tenkodogo, che la programmazione nazionale ha scelto come polo di produzione nazionale agro alimentare per tutto il paese. Sempre a Bagré possiamo visitare: la centrale di confezionamento dell’acqua potabile affidata alle donne.

Altri progetti da visitare a Bagré, Tenkodogo e Garango sono le scuole: 2 scuole materne, 2 scuole primarie, 2 scuole secondarie: primo quadriennio e secondo triennio, un centro di arti e mestieri con 6 sezioni per 6 mestieri. Per le scuole bisogna tener presente che ogni aula delle classi delle materne e delle primarie accoglie circa 80/90 bambini, le scuole secondarie accolgono 50 ragazzi per classe; le classi di arti e mestieri accolgono 50 giovani. Tutte le scuole sono nella diocesi di Tenkodogo e sono progetti realizzati in collaborazione con il Vescovo Monsignor Prosper Kontiebo. Una volta costruiti e arredati gli edifici scolastici passano al partner locale.

Facciamo un bel salto in Kenya (4 progetti) per visitare il grande acquedotto per 15.000 abitanti di Karungu. Viene aspirata l’acqua dal lago Vittoria, spinta in collina con grosse pompe, potabilizzata e filtrata in tre enormi vasche in cemento armato e mandata nell’area di Karungu per una distanza di oltre 5 Km, lungo i quali sono posizionati i chioschi per la distribuzione dell’acqua. Questo progetto dà la possibilità a tutti gli abitanti della zona di accedere all’acqua potabile, mentre prima attingevano direttamente al lago inquinato. Altri progetti sono: salute materno infantile nel distretto Imenti Sud; lotta ai tumori per la popolazione femminile di Karungu; auto sufficienza alimentare per le donne di Wajir in partenariato con le suore Camilliane, in una zona semideserta ai confini con la Somalia, nell’ex Centro di Annalena Tonelli martirizzata dai Somali. Anche in questa zona regna l’insicurezza.

Ci sono inoltre: un piccolo progetto in Pakistan per la minoranza cristiana, un altro in Togo contro l’anemia falciforme e uno in Vietnam per l’accesso all’acqua potabile e contro il cancro dei bambini e della popolazione, perché l’acqua delle falde del MeKong è inquinata dall’uso smodato di pesticidi per la produzione di riso.

Riprendiamo il volo e andiamo nella Repubblica del Centrafrica, oggi il paese più povero del mondo; una volta veniva chiamata la Svizzera d’Africa. Un paese bellissimo, pieno di foreste, una popolazione di natura pacifica. Da quando ha ottenuto l’indipendenza (era una colonia francese) è stata governata sempre da generali, anche se di nome era una repubblica. Oggi c’è un Presidente eletto, ma ci sono i soldati russi del gruppo Wagner che presidiano il paese e il governo. I continui colpi di stato hanno impoverito il paese, reso insicuro, depredato enormi ricchezze del sottosuolo. Basta pensare che nella rivoluzione e guerra civile degli ultimi anni ci sono stati, su una popolazione di 10 milioni, due milioni e mezzo di rifugiati nei paesi vicini, distrutti il 50% degli edifici scolastici e sanitari oltre alle case private. Le strade sono disastrate, la popolazione non ha da mangiare se non manioca. La sicurezza non esiste, servizi generali non esistono, è difficile capire come la popolazione sopravviva. Anche i nostri viaggi sono insicuri, è nostro rischio e pericolo. Per il Governo Italiano il paese è assolutamente insicuro.

In questo contesto abbiamo realizzato oltre 15 progetti, un ospedale di 120 posti letto: degenza chirurgica, ristrutturazione e arredamento delle sale operatorie; costruzione del reparto di medicina; ristrutturazione e arredamento degli ambulatori di oculistica e odontoiatria; costruzione e arredamento del reparto di neonatologia; costruzione del reparto di pediatria; costruzione del reparto di maternità e blocco parto con sala operatoria per i cesarei; costruzione del reparto amministrazione; costruzione del reparto per ospiti e volontari; costruzione del pronto soccorso, attrezzatura dell’accoglienza amministrativa; finanziamento dei servizi sanitari dell’ospedale; incremento dei servizi sanitari in tre villaggi con la clinica mobile una o due volte a settimana. Altri aiuti sono l’impianto fotovoltaico e il nuovo generatore per tutto l’ospedale (siamo a 200 Km dalla luce elettrica pubblica) oltre a diversi containers con attrezzature ospedaliere, arredamenti, macchinari, acquisto di ambulanze, macchine, un trattore, un camioncino. Ci sono inoltre tutti i progetti realizzati per la popolazione: emergenza alimentare; nutriamo i bambini; cibo per le scuole; maternità sicura; empowerment economico e alimentare per le donne; formazione igienico sanitaria per la popolazione; costruzione di tre pozzi per l’acqua potabile; in costruzione la scuola per infermieri con Diplomi dello Stato, che è la terza scuola per infermieri in tutto il paese.

Le attività di sostegno alla comunità missionaria camilliana di Bossemptélé in RCA è cominciata con la coraggiosa apertura della nuova missione della provincia del Benin. La missione comprendeva il piccolo ospedale che le suore Carmelitane non hanno potuto aprire, per la morte della loro consorella-medico in un incidente stradale. La missione oggi comprende l’Ospedale Giovanni Paolo II e l’unica parrocchia della cittadina e i villaggi circonstanti. La caratteristica della missione è la grande povertà, l’isolamento, l’insicurezza, l’encomiabile coraggio delle suore Carmelitane e dei religiosi Camilliani. Bossemptélé è Vice prefettura, è un insediamento distante 200 km dalla luce elettrica; non esistono acqua potabile, luce, gas, fognature. Ha una scuola elementare e una scuola primaria insufficienti per il numero dei ragazzi. Per questo le Suore hanno fatto una scuola materna, una primaria e i primi tre anni della secondaria. La guerra ha messo in pericolo la vita dei nostri confratelli, che sono stati eroici a rimanere per assistere i malati. Durante la guerra gli spazi dell’ospedale, gli spazi delle scuole delle suore hanno dato rifugio a duemila persone musulmane, che cercavano riparo. Le due comunità delle suore Carmelitane e dei Religiosi Camilliani si sono prodigate eroicamente senza sosta. Il p. Bernard Kinvi Anani, direttore dell’ospedale, nel 2014 ha ricevuto il Premio Alison De Forges da Human Rights Watch per il coraggio nel proteggere la dignità e i diritti umani. Questo premio è un riconoscimento anche per le Comunità dei Camilliani e delle suore Carmelitane che hanno assistito tutti i bisognosi col rischio della loro vita, portando in salvo 1500 musulmani oltre il confine del Camerun. Le suore carmelitane e i religiosi camilliani sono stati gli eroi della testimonianza cristiana dell’amore di Cristo per l’uomo, nella povera e isolata cittadina di Bossemptélé in Centrafrica. Anche la nostra attività, grazie a tutti e ciascun  collaboratore che voglio personalmente ringraziare, in  25 anni  abbiamo aiutato a curare i malati, dare da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, a istruire i ragazzi. Abbiamo fatto crescere la giustizia e la pace nel mondo.

P. Efisio Locci

NB – Se la nostra attività ti è simpatica puoi aiutarci:

Salute e sviluppo

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