Destinazione Bossemptelé: in arrivo i container “solidali”
Sono partiti, il 28 giugno, dal Porto di Genova con destinazione Bossemptelé, i due container destinati all’Ospedale Giovanni Paolo II, unico ospedale ad essere rimasto operativo durante la sanguinosa guerra civile che, fino a qualche mese fa, ha lacerato la Repubblica Centro-africana. Vogliamo ringraziare la Regione Lombardia che con la scelta di destinare al terzo settore i beni dismessi, rende un servizio umanitario importante per i paesi in via di sviluppo. Un particolare ringraziamento alla Direzione, l’Ingegneria Clinica e all’Ufficio Economato dell’Asst Rhodense – Presidio di Garbagnate per la generosa donazione delle attrezzature medicali e per la loro preziosissima collaborazione, punto di luce e di speranza per un paese che, ora come non mai, ha bisogno dell’aiuto di tutti noi. Con queste attrezzature, in ottimo stato, possiamo sistemare al meglio il reparto di maternità e neonatologia, completando il blocco operatorio.
NOTE DI SOLIDARIETA’. La musica corale a sostegno della cooperazione internazionale
Salute e Sviluppo in collaborazione con il Coro Femminile EOS di Roma promuove l’evento NOTE DI SOLIDARIETA’. L’evento, che si svolgerà nel bellissimo contesto della chiesa di Santa Maria Maddalena il giorno SABATO 25 GIUGNO alle ore 21.00, ha l’obiettivo di far interagire cittadini, enti e associazioni locali con la cooperazione internazionale.
A tal fine Salute e Sviluppo racconterà i propri progetti umanitari e spiegherà le modalità con le quali si possono sostenere e promuovere. Il Coro Femminile EOS diretto dal maestro Fabrizio Barchi sosterrà per primo la mission di Salute e Sviluppo eseguendo un vasto repertorio di musica corale sacra e profana. Questa è musica che dona, questa è musica che salva.
Vi aspettiamo numerosissimi per essere anche voi protagonisti di solidarietà per un mondo migliore!
L’ingresso è gratuito.
Per maggiori informazioni clicca al link seguente: Note di Solidarietà
Aurora Prize: Padre Bernard Kinvi tra i 4 finalisti
Un eroe di pace nel cuore di un Africa lacerata per quasi 4 anni da una guerra civile senza sosta, questo rappresenta, oggi, Padre Bernard Kinvi per la Repubblica Centro Africana. Giovane sacerdote camilliano di soli 34 anni, già vincitore lo scorso anno del premio internazionale “Alison Des Forges” dell’organizzazione Human Rights Watch, per essersi distinto nella difesa di oltre 1500 musulmani; oggi Padre B. Kinvi appare tra i quattro finalisti del celebre ‘Aurora Prize for Awakening Humanity’.
Ancora una volta vengono riconosciuti il suo straordinario coraggio e la forte dedizione che continuano a guidarlo, dal dicembre del 2012, nella sua missione di offrire protezione ed assistenza ai più bisognosi, senza alcuna distinzione, non importa, infatti, chi essi siano o che religione professino per Padre B Kinvi sono comunque persone e pertanto devono essere aiutate: “Quando mi prendevo cura dei ribelli, non volevo sapere da che parte stavano, li consideravo solo persone. Penso sempre che il desiderio di dare amore agli altri è la cosa più giusta. La nostra presenza in questa zona è molto importante, una presenza che non fa distinzione tra le persone, che mantiene una certa neutralità ma che nello stesso tempo assiste tutti. In questa situazione è fondamentale la regola di comportamento, in questo modo si possono fare bene le cose.”
Missione di Monitoraggio in Burkina Faso
Si è conclusa la missione di monitoraggio in Burkina Faso ad opera dallo staff di Salute e Sviluppo partito alla volta di Ouagadougou il 9 Marzo 2016. Il viaggio è stato pianificato per valutare lo stato dell’arte delle iniziative progettuali in corso ovvero “L’oro di Bagrè” e “Diritto all’istruzione per i minori di Tenkodogò”. La missione ha costituito altresì un’importante occasione per lo scambio di opinioni con gli stakeholder e le autorità locali. Nella capitale Burkinabé è stato inoltre possibile incontrare i referenti della cooperazione italiana in vista dello studio e della pianificazione di future e importanti iniziative per lo sviluppo del territorio.
Una ricetta speciale
E’ il giorno della grande festa per il centro di “Snehagram” in India. Naira ha 13 anni ed è sieropositiva. Come tutti gli adolescenti del campus, dedica ore della sua giornata a servizio della comunità. Le piace cucinare e per questo momento speciale decide di preparare il riso indiano con le verdure. La osservo con discrezione per non disturbarla.
La campanella suona e ci sediamo tutti a tavola. Naira ci porta il riso che ha preparato con amore e cura. Dovremmo tutti capire che l’AIDS non si trasmette mangiando il riso di Naira e che non è mai troppo tardi per rinunciare ai nostri pregiudizi.