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Concluso il progetto “Accesso ai servizi igienico sanitari nel distretto di Nyatike, Kenya”

Si è concluso, a distanza di un anno, il progetto di “Accesso ai servizi igienico sanitari nel distretto di Nyatike” cofinanziato dalla Regione Toscana, in partenariato con l’associazione Noi per l’Africa ed il mondo e la controparte locale St. Camillus Mission Hospital.

Il progetto ha visto l’implementazione di azioni volte a favorire l’accesso ai servizi igienico-sanitari in un’area particolarmente carente da questo punto di vista. I servizi igienico-sanitari sono un aspetto fondamentale della dignità umana e dei diritti umani, una pietra angolare dello sviluppo economico e della tutela ambientale, che è profondamente collegata al raggiungimento di tutti gli obiettivi di sviluppo del millennio, in particolare quelli che toccano ambiente, educazione, uguaglianza di genere e riduzione di mortalità infantile e povertà. L’intervento è stato realizzato in Kenya, nella località di Gunga, situata nel Distretto di Nyatike (Provincia di Nyanza) area dove la mancanza di servizi igienici di base (come le latrine) rappresenta uno dei problemi maggiormente rilevanti, causa di periodiche epidemie di colera ed altre malattie. Grazie all’iniziativa sono state costruite 4 latrine collocate nei pressi della scuola primaria di Rabuor e avviata un’intensa campagna di sensibilizzazione ed educazione igienico sanitaria. Tale attività ha permesso di diffondere i comportamenti corretti da tenere per evitare la contrazione di malattie e alimentare la consapevolezza della popolazione sulla necessità di utilizzare servizi igienico sanitari adeguati. L’azione è stata portata avanti con l’ausilio di materiale informativo appositamente prodotto in lingua inglese e distribuito alla popolazione locale con riguardo particolare alla popolazione infantile frequentante la scuola target di progetto. I bambini sensibilizzati hanno riportato i messaggi acquisiti presso le proprie famiglie e la comunità di appartenenza potenziando ed ampliando l’efficacia dell’azione di sensibilizzazione che ha coinvolto così un numero maggiore di individui. Il progetto ha avuto un impatto positivo nell’area, migliorando le condizione di salubrità e favorendo un cambio di atteggiamento nella popolazione coinvolta. Si tratta dunque di una best practice certamente replicabile in aree limitrofe.

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