Inaugurazione dei reparti dell’ospedale di Karungu
Vorrei presentare ai lettori l’inaugurazione del progetto dell’ospedale di Karungu che finalmente ha avuto il suo battesimo. E’ un progetto triennale, iniziato il 1 dicembre 2007 e finirà il 30 novembre 2010. Il 21 maggio 2010 sono stati inaugurati i due reparto con i rispettivi servizi.
L’importanza del progetto è dovuto alla complessità della concezione. Non si tratta, quindi, solo di una costruzione, certamente molto importante, ma delle diverse attività previste, non solo all’interno dell’ospedale ma specialmente sul territorio. Per quanto riguarda la costruzione si tratta di un reparto di ginecologia e Maternità: trenta/quaranta posti letto, tutte camere molto spaziose, con quattro/cinque pl. e servizi. Un reparto di chirurgia, della stessa dimensione, camere con servizi. Ai reparti bisogna aggiungere il blocco servizi, il blocco sale operatorie e sale parto. Le caratteristiche della costruzione sono gli spazi ampi, la luminosità degli ambienti, la vivacità dei colori, la scelta dei materiali di alta qualità, per gli infissi, i pavimenti e tutti materiali usati, dai tetti ai rivestimenti. Il giorno dell’inaugurazione ho accompagnato il rappresentate della Diocesi che ha benedetto ogni ambiente, mentre p. Emilio, direttore del complesso, al microfono spiegava la destinazione dei diversi spazzi. Il prelato non faceva altro che ripetere, con un sorriso di soddisfatto, un solo commento: bello, bello, molto bello!
In pomeriggio è arrivato il rappresentante del Ministero della Salute. Anche lui ha fatto una visita in tutti gli ambienti e ha commentato: questo ospedale segue gli standards europei. Non sapevo che ci fosse un ospedale cosi bello a Karungu. La complessità del progetto è dovuta alle numerose attività che lo compongono. Il Titolo: “Programma di lotta all’HIV/AIDS e di educazione igienico sanitaria di base” è molto sintetico. Ho come obiettivo generale : migliorare la salute riproduttiva delle donne nel distretto di Migori, con la realizzazione del reparto; come obiettivo specifico: rafforzare la partecipazione della popolazione nella lotta all’HIV/AIDS con la istituzione di un Centro di Prevenzione Formazione(CPF). Se è facile comprendere cosa vuol dire costruire due reparti ospedalieri con i rispettivi servizi, forse è meno scontato capire in cosa consistano tutte le attività connesse al Centro di Prevenzione e Formazione, ma proprio questo aspetto è quello che caratterizza l’impegno. Qui non posso che fare un elenco di tematiche che serve ad avere qualche idea della dimensione delle attività svolte, che riassumo dalla relazione che abbiamo presentato al Ministero degli Affari Esteri. I dati sono di un anno, da dicembre 2008- nov. 2009, e sono attività che implementano iniziative esistenti o di nuove attività:
- Formazione del personale sanitario, tramite i medici dell’Università Gemelli di Roma;
- Implementazione della PMTCT presso il reparto di M&G; assistenza prenatale alle gestanti: 600 donne istruite, 368 testate, 60 inserite nel programma PMTCT.
- Mobile clinic: 278 gestanti visitate e testate, 46 inserite nel programma, 1.247 bambini contattati e vaccinati.
- Programma di informazione ed educazione in ospedale per tutte le donne ;
- Potenziamento del VCT: 1.592 pazienti hanno avuto consulenza e sono stati testati, 663 inseriti nel programma di cure. Mobile clinic: 865 testati, 23 sono stati inseriti in trattamento.
- Implementazione dei programmi di prevenzione, educazione e sensibilizzazione sul territorio distrettuale: 42 scuole contattate, 13.253 studenti hanno partecipato ai corsi: L’altro gruppo 451 scuole contattate, con 204.756 studenti, 727 gruppi di educatori.
- Rafforzamento delle persone sieropositive o malate di HIV/AIDS per il coinvolgimento nella lotta per la prevenzione: formazione di gruppi di lavoro di malati, attività di networking per le persone sieropositive o malate di AIDS.
- Assistenza sanitaria a domicilio: 548 donne contattate e assistite.
Questi paragrafi del progetto danno un’idea del volume di lavoro e della varietà delle iniziative che tendono a fare dell’ospedale non solo un punto di riferimento di attività sanitarie, ma anche un motore di iniziative che si riversano fuori dell’ospedale. Andando sul territorio si crea una cerchia di attività i cui benefici sono quelli di arrivare a una cerchia più ampia di popolazione, educarli alla salute e togliere dall’isolamento l’ospedale. Le numerose attività esterne all’ospedale che coinvolgono gli abitanti del territorio sono certamente un lavoro impegnativo, non dispersivo, che ha un ruolo di grandissima importanza. Il popolo tenderà sempre di più a considerare l’ospedale come “il loro ospedale“: Le attività sanitarie e scolastiche, con i dovuti tempi, inciderà nella condizione della gente, porterà sviluppo sociale, culturale e sanitario. I Camilliani faranno parte del tessuto politico e culturale del distretto che avranno contribuito a trasformare e far progredire.