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Autore: Ufficio Comunicazione Salute e Sviluppo

Destinazione Bossemptelé: in arrivo i container “solidali”

Sono partiti, il 28 giugno, dal Porto di Genova con destinazione Bossemptelé, i due container destinati all’Ospedale Giovanni Paolo II, unico ospedale ad essere rimasto operativo durante la sanguinosa guerra civile che, fino a qualche mese fa, ha lacerato la Repubblica Centro-africana. Vogliamo ringraziare la Regione Lombardia che con la scelta di destinare al terzo settore i beni dismessi, rende un servizio umanitario importante per i paesi in via di sviluppo. Un particolare ringraziamento alla Direzione, l’Ingegneria Clinica e all’Ufficio Economato dell’Asst Rhodense –  Presidio di Garbagnate per la generosa donazione delle attrezzature medicali e per la loro preziosissima collaborazione, punto di luce e di speranza per un paese che, ora come non mai, ha bisogno dell’aiuto di tutti noi. Con queste attrezzature, in ottimo stato, possiamo sistemare al meglio il reparto di maternità e neonatologia, completando il blocco operatorio.

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NOTE DI SOLIDARIETA’. La musica corale a sostegno della cooperazione internazionale

Salute e Sviluppo in collaborazione con il Coro Femminile EOS di Roma promuove l’evento NOTE DI SOLIDARIETA’. L’evento, che si svolgerà nel bellissimo contesto della chiesa di Santa Maria Maddalena il giorno SABATO 25 GIUGNO alle ore 21.00, ha l’obiettivo di far interagire cittadini, enti e associazioni locali con la cooperazione internazionale.

A tal fine Salute e Sviluppo racconterà i propri progetti umanitari e spiegherà le modalità con le quali si possono sostenere e promuovere. Il Coro Femminile EOS diretto dal maestro Fabrizio Barchi sosterrà per primo la mission di Salute e Sviluppo eseguendo un vasto repertorio di musica corale sacra e profana. Questa è musica che dona, questa è musica che salva.

Vi aspettiamo numerosissimi per essere anche voi protagonisti di solidarietà per un mondo migliore!

L’ingresso è gratuito.

Per maggiori informazioni clicca al link seguente: Note di Solidarietà

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Il Kenya attraverso gli occhi del Dott. Mauro Ferro

“Sono partito per poter essere utile” – Il Dottore Mauro Ferro, medico chirurgo generale di Torino, ci racconta cosa lo ha spinto a partire per svolgere un periodo di volontariato con Salute e Sviluppo presso l’Ospedale di Karungu in Kenya.

Un’ esperienza totalmente differente per chi,  come il nostro amico Mauro, soffre già un po’ di “mal d’Africa” ed è solito viaggiare per scoprire questo bellissimo continente da turista; questa volta infatti Mauro non veste i panni di un turista qualsiasi, Mauro è un chirurgo che desidera poter operare in un ospedale in Kenya ed avere così la possibilità di vivere direttamente sulla propria pelle tutte le contraddizioni, le sofferenze e le gioie quotidiane che lo legheranno indissolubilmente ai tracciati delle vite che opera, salva, conosce.

Un’esperienza totalmente positiva quella del Dott. Mauro, che sin da subito viene calorosamente accolto da tutta la popolazione locale – “Non vi era un solo paziente che non mi salutasse tutti i giorni in Ospedale!” – e che instaura ben presto un ottimo rapporto di reciproca fiducia e proficua collaborazione con tutti i suoi colleghi.

“Ma la situazione è ancora di estrema emergenza per quanto riguarda soprattutto i malati di HIV. Solo a Karungu avevamo circa 7000 pazienti in trattamento” – il Dott. Ferro ci racconta come sia indispensabile il nostro aiuto e come sia necessario ora più che mai “sensibilizzare la popolazione locale, per far sì che tutti siano coscienti dei rischi che si corrono nel giungere in Ospedale solo quando si è in condizioni disastrose.”

Condividiamo pienamente l’invito del Dott. Mauro a fare sempre di più per una popolazione che versa ancora in condizioni di estrema povertà e grande disinformazione, maggiori risorse ed aiuti sono necessari, ora più che mai.

E lo dobbiamo soprattutto ai bambini, le generazioni future, che sono la speranza di un reale cambiamento “Cosa, di questa esperienza, resterà con me per sempre? Gli sguardi dei bambini, quelli sono indelebili.”

E noi attraverso gli occhi e lo sguardo del Dott. Mauro abbiamo potuto rivivere un po’ della sua piccola grande esperienza, per questo motivo non possiamo che ringraziarlo, oltre che del suo preziosissimo aiuto presso l’Ospedale di Karungu, di averci raccontato, oggi, cosa ha vissuto #sullapropriapelle.

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      (Il Dott. Mauro mentre controlla l’archivio dei malati HIV in trattamento presso l’Ospedale di Karungu)

Conclusione del progetto “Costruzione della degenza chirurgica per l’Ospedale Giovanni Paolo II a Bossemptelè”

Il 31 marzo 2016 si è concluso il progetto “Costruzione della degenza chirurgica per l’Ospedale Giovanni Paolo II a Bossemptelè” avviatosi lo scorso 1 febbraio 2015. L’iniziativa, realizzata grazie al contributo della Fondation Assistance Internationale (FAI), ha consentito la costruzione e l’allestimento di un reparto per la degenza dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Bossemptelè. Il progetto, che è stato implementato all’interno di uno scenario di guerra e di vulnerabilità sociale, è stato portato a termine con successo, nonostante il difficile contesto, grazie alla caparbietà ed alla professionalità della controparte locale.

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Aurora Prize: Padre Bernard Kinvi tra i 4 finalisti

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Un eroe di pace nel cuore di un Africa lacerata per quasi 4 anni da una guerra civile senza sosta, questo rappresenta, oggi, Padre Bernard Kinvi per la Repubblica Centro Africana. Giovane sacerdote camilliano di soli 34 anni, già vincitore lo scorso anno del premio internazionale “Alison Des Forges” dell’organizzazione Human Rights Watch, per essersi distinto nella difesa di oltre 1500 musulmani; oggi Padre B. Kinvi appare tra i quattro finalisti del celebre ‘Aurora Prize for Awakening Humanity’.

Ancora una volta vengono riconosciuti il suo straordinario coraggio e la forte dedizione che continuano a guidarlo, dal dicembre del 2012, nella sua missione di offrire protezione ed assistenza ai più bisognosi, senza alcuna distinzione, non importa, infatti, chi essi siano o che religione professino per Padre B Kinvi sono comunque persone e pertanto devono essere aiutate: “Quando mi prendevo cura dei ribelli, non volevo sapere da che parte stavano, li consideravo solo persone. Penso sempre che il desiderio di dare amore agli altri è la cosa più giusta. La nostra presenza in questa zona è molto importante, una presenza che non fa distinzione tra le persone, che mantiene una certa neutralità ma che nello stesso tempo assiste tutti. In questa situazione è fondamentale la regola di comportamento, in questo modo si possono fare bene le cose.”

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