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Stop Colera ad Haiti

Sono passati pochi mesi da quando vi abbiamo parlato del “Progetto Cholera”, che iniziato a gennaio si è appena concluso con ottimi risultati. Haiti è tristemente nota per il terremoto che la colpì nel 2010, causando la morte di più di 200 mila persone. Le conseguenze del sisma furono gravissime: oltre ai tantissimi morti e feriti, la maggior parte delle abitazioni e delle infrastrutture del paese vennero distrutte. Milioni di sfollati furono costretti a riunirsi in campi di primo soccorso, vivendo in dimore provvisorie, sprovvisti dei servizi di base. Questo stato di precarietà innescò una violenta epidemia di colera, che in poco tempo si diffuse nell’intera isola.

Combattere il colera ad Haiti

Haiti è tristemente nota per il terremoto che la colpì nel 2010, causando la morte di più di 200 mila persone. Le conseguenze del sisma furono gravissime: oltre ai tantissimi morti e feriti, la maggior parte delle abitazioni e delle infrastrutture del paese vennero distrutte. Milioni di sfollati furono costretti a riunirsi in campi di primo soccorso, vivendo in dimore provvisorie, sprovvisti dei servizi di base. Questo stato di precarietà innescò una violenta epidemia di colera, che in poco tempo si diffuse nell’intera isola.

Ucraina: insieme per superare l’emergenza

Sono passati quattro mesi da quando le truppe russe hanno oltrepassato il confine ucraino e di fatto è scoppiata la guerra. Ogni giorno le notizie di stragi, tragedie e orrori si sono susseguite ad un ritmo vertiginoso. Noi di Salute e Sviluppo insieme alle associazioni CADIS, FONDAZIONE PROSA, MISSIONE CALCUTTA ONLUS, MADIAN ORIZZONTI e CESMET ci siamo subito mobilitati per fornire aiuto e supporto alla popolazione ucraina in fuga e ai loro vicini polacchi nella gestione dei milioni di rifugiati.

Pronto soccorso, presidi medici e assistenza nutrizionale: i progressi di Bossemptélé

Il progetto Salute e nutrizione per la popolazione vulnerabile della Sotto-Prefettura di Bossemptélé rientra all’interno dell’“Iniziativa di emergenza a sostegno della popolazione vulnerabile in Repubblica Centrafricana” finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS).

Sostegno a sfollati e rifugiati ucraini in Polonia

La situazione in Ucraina si sta aggravando di giorno in giorno. Innumerevoli persone sono sfollate all’interno del paese. Un milione di persone sono fuggite dalle proprie case, sradicate dalla propria terra. Tra queste, centinaia di migliaia hanno intrapreso la strada verso il confine polacco, portandosi dietro solo una valigia o una borsa. E’ molto probabile che sempre più persone saranno costrette a fuggire dalla tremenda realtà della violenza causata dalla guerra, a meno che il conflitto non cessi istantaneamente.

Emergenza siccità in Kenya – Contea di Wajir

L’impatto della siccità ricorrente nella contea di Wajir, dove SeS opera a favore delle comunità locali, ha colpito la popolazione più vulnerabile causando insicurezza alimentare e malnutrizione. Negli ultimi anni, la contea di Wajir ha sperimentato scarse precipitazioni con un aumento della stagione secca. Le conseguenze hanno avuto un grave impatto sui mezzi di sussistenza delle persone: l’agricoltura e l’allevamento, le due principali fonti di reddito delle comunità rurali.

Sostegno alla popolazione del Kerala colpita dal ciclone

A causa del passaggio sulle coste centro orientali del Mare Arabico di un mini ciclone, piogge torrenziali e inondazioni hanno colpito vari distretti (Kottayam, Idukki, Thrissur e Ernakulam) del Kerala indiano, distruggendo case e causando diverse vittime.

Covid-19: quali criticità nel continente africano?

Il virus Covid-19 ha ormai raggiunto tutti gli Stati africani, ma resta ancora l’interrogativo su come l’epidemia si diffonderà nel continente. Sono ancora troppo pochi i dati a disposizione e troppi i fattori che incidono sulla sua evoluzione: climatici, genetici, sociologici e demografici. L’organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) ha dichiarato che i Paesi del continente ad oggi – 5 aprile – più colpiti sono quelli all’estremità: il Sudafrica con (1585 casi e 9 decessi), l’Egitto (1173 casi e 78 decessi), l’Algeria (1320 casi e 152 decessi).

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